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Даклад арцыбіскупа Тадэвуша Кандрусевіча на ІІ Каталіцка-праваслаўным форуме ў Грэцыі (на італьянскай мове)

ІІ Каталіцка-праваслаўны форум сёлета сабраўся на Родасе (Грэцыя). З 18 па 22 кастрычніка яго ўдзельнікі будуць разважаць на тэму «Адносіны Касцёл-дзяржава: тэалагічныя і гістарычныя перспектывы». Каталіцкі Касцёл у Беларусі на форуме прадстаўляе Мітрапаліт Мінска-Магілёўскі арцыбіскуп Тадэвуш Кандрусевіч, які сёння выступіў на ім з дакладам.

Arcivescovo Tadeusz Kondrusiewicz
Metropolita di Minsk-Mohilev

LA CHIESA E LO STATO

Relazione al II Forum cattolico-ortodosso
«Relazioni Сhiesa-stato»: prospettive teologiche e storiche
Rodi, 18-20 ottobre 2010


I. Introduzione al problema

La presenza del cristianesimo nel mondo di per se' pone il problema della sua relazione con la società e lo stato. La Chiesa, come organismo divinoumano, e' chiamata a impostare le relazioni con la società e lo stato in modo da rafforzare i principi di carità e giustizia sulla terra, e insieme condurre gli uomini al Regno dei cieli.

La Chiesa afferma i principi del Regno dei cieli sulla terra, illumina i credenti e li guida fino a condurli alla vita eterna. Lo stato e' chiamato a organizzare la vita degli uomini, per cui utilizza gli istituti del potere, dell'ideologia, insieme alle risorse materiali.

La Chiesa proclama principi morali sempre incrollabili e attuali e pone davanti a se' uno scopo globale, e cioè la salvezza dell'uomo. In questo essa tiene conto della situazione concreta nella quale l'uomo vive, legge i segni dei tempi e risponde alle sue sfide. Lo stato a sua volta, di norma, si basa sulla situazione concreta e sulle possibilità reali, in conseguenza di ciò il più delle volte approva un programma di minima, che risponda alle condizioni correnti. Tuttavia in questo non si può affermare che lo stato non tenda alla soluzione dei problemi globali.

L'esempio può essere offerto dal Concilio Vaticano II. Proprio esso ha definito il proprio compito principale nel rinnovamento della vita religiosa tenendo conto delle esigenze del tempo e la conservazione dei principi morali immutabili, ciò che e' stato espresso magnificamente dalla parola italiana "aggiornamento". Possono servire da esempio anche le decisioni del Sinodo dei Vescovi della Chiesa Ortodossa Russa del 2000, che hanno definito i compiti alla luce delle esigenze del tempo, e hanno anche approvato i Fondamenti della sua dottrina sociale.

Le espressioni "stato" e "politica" derivano dalla parola greca "polis", che significa la capacita e la possibilità di guidare la società. Se lo stato esiste per la persona, a maggior ragione la Chiesa e la religione, il compito delle quali consiste nel condurre l'uomo a Dio e aiutarlo a salvarsi, esistono per il bene delle persone. Quindi il punto di partenza comune per la valutazione delle relazioni tra la Chiesa e lo Stato e' l'uomo e il suo bene.


II. Autonomia della Chiesa e dello stato

Attualmente l'autonomia della Chiesa e dello stato nella maggioranza dei paesi del mondo viene presa come una norma comune. La parole di Gesu' Cristo: "Date a Cesare quello che e' di Cesare, e a Dio quello che e' di Dio (Mt 22, 21) sono diventate il fondamento della dottrina della Chiesa sull'autonomia della religione e della politica, della Chiesa e dello stato. La dottrina di Cristo inoltre aveva un carattere religioso e morale, spirituale e non terreno e politico.

La storia tuttavia conosce molti esempi di unione tra trono e altare, sia in Occidente che in Oriente e soltanto la Grande Rivoluzione Francese (1789-1799) ha permesse di comprendere la necessita' ormai matura di dividere la Chiesa dallo stato e l'attività religiosa da quella politica.

Qui e' opportuno ricordare anche l'apparente divisione della Chiesa dallo stato, a fronte di una sua sottomissione di fatto, come testimonia la condizione recente dei paesi dell'ex blocco comunista: nonostante la dichiarata divisione della Chiesa dallo stato, quest'ultimo si immischiava pesantemente nella sua attività.

Attualmente le relazioni tra la Chiesa Cattolica e gli stati vengono regolate attraverso dei concordati o degli trattati appositi. La Chiesa deve portare nella società lo spirito evangelico, affinché lo stato laico venga arricchito dai valori cristiani.

In seguito ai processi di globalizzazione e di migrazione, nel mondo si formano comunità pluriconfessionali sempre più numerose, il che richiede nuove capacita di decisione nel campo delle relazioni tra stato e Chiesa.

Queste idee hanno trovato riflesso nei documenti del Concilio Vaticano II e nella dottrina postconciliare della Chiesa Cattolica. Così, nella costituzione pastorale "Gaudium et Spes" sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, nel Catechismo della Chiesa Cattolica e nel Compendio della sua dottrina sociale leggiamo che nella loro sfera di attività la società politica e la Chiesa sono autonome e indipendenti l'una dall'altra, e la stessa Chiesa non si immischia nella comunità politica e non si lega ad alcuna forza politica (cfr. GS 76; Compendio 50; CCC 2245). Una simile posizione si ritrova anche presso le altre confessioni cristiane. Così nei Fondamenti della concezione sociale della Chiesa Ortodossa Russa si sottolinea che "la Chiesa non deve assumere le funzioni che appartengono allo stato" (ОСКРПЦ, III, 3). "La Chiesa e lo stato non devono ne' fondersi in uno, ne' sostituirsi l'un l'altro", si afferma nella Posizione sociale delle chiese protestanti in Russia (СППЦР 4). Non e' altro che una evidente depoliticizzazione della Chiesa.

Tutto ciò peraltro non significa un reciproco isolamento della Chiesa e dello stato, in quanto essi, anche se in modalità diverse, sono al servizio della vocazione personale e sociale delle stesse persone (cfr. GS 76; Compendio 425) in funzione del loro bene. Il bene comune delle persone e' infatti la piattaforma della collaborazione tra la Chiesa e lo stato. La Chiesa non pretende per se' alcun tipo di privilegio, ma soltanto il riconoscimento dei diritti e le azioni necessarie alla presenza e alla sua attività.

Per questo la Dichiarazione del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa "Dignitatis Humanae" sottolinea che "l'autorità civile deve assumere la difesa effettiva della libertà religiosa di tutti i cittadini con leggi giuste e altri mezzi appropriati" (DH 6).

Riconoscendo l'autonomia dello stato, la Chiesa si riserva il diritto di valutare moralmente la sua attività, compresa quella politica, qualora lo richiedano i diritti della persona e la salvezza delle anime, utilizzando i mezzi corrispondenti al Vangelo e al bene di tutti, secondo le esigenze del tempo e delle circostanze (cfr. GS 76; Compendio 426).

Il Papa Benedetto XVI nell'enciclica "Caritas in Veritate" sottolinea che la Chiesa, non immischiandosi nella gestione dello stato, deve adempiere alla sua missione di giustizia nei confronti della società (cfr. CV 9). In questo si manifesta il ruolo profetico della Chiesa.

Secondo la dottrina sociale della Chiesa Cattolica, i cristiani possono e debbono occuparsi dell'attività politica ai fini della testimonianza cristiana e della espressione dei valori morali nel governo della società (cfr. Compendio 543. 565-574).

Allo stesso tempo le guide spirituali devono evitare la dipendenza politica, per garantirai la possibilità di una predicazione indipendente, piena e degna della verità (cfr. GS 76). La storia ci ha lasciato esempi lampanti di un tale servizio al Popolo di Dio in situazioni politiche difficili, come san Sergio di Radonets, san Tommaso Moro, il Patriarca Tikhon, il Metropolita Venjamin, l'Arcivescovo Romero.

Il Codice di Diritto Canonico della Chiesa Cattolica proibisce ai rappresentanti del clero di svolgere attività politica, ad esclusione dei casi in cui, secondo il parere della competente autorità ecclesiastica, questo non sia richiesto per la difesa dei diritti della Chiesa o lo sviluppo del bene comune (cfr. Can. 287, par. 2). Nello stesso spirito ancora nel 1993 fu approvata una risoluzione del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa, che imponeva ai sacerdoti di astenersi dalla partecipazione alle elezioni in qualità di candidati a deputati agli organi del potere rappresentativo (cfr. ЖМП, с. 40).


III. Posizione della Chiesa nei rapporti con lo stato

Tra l'affermazione di Cristo "date a Cesare quel che e' di Cesare, e a Dio quel che e' di Dio" e la questione affrontata su "Chiesa e stato", esiste una ricca storia sia di collaborazione e comprensione reciproca tra la Chiesa e lo stato, sia di avvenimenti e conflitti tragici. Allo stato attuale del suo sviluppo, la posizione della Chiesa Cattolica e dei suoi fedeli si presenta in questo modo:

1. La Chiesa nella sua missione religiosa non si identifica e non si lega ad alcun sistema economico, sociale e politico particolare o forma culturale (cfr. GS 42; Compendio 50). Essa riconosce l'autonomia della realtà politica ed economica nelle sue regole specifiche, le quali devono sottostare alla legge morale stabilita dallo stesso Creatore (cfr. Compendio 45-46. 350. 425).

2. Questa autonomia non significa divisione della Chiesa e del cristiano dalla "città terrestre", ma piuttosto ne specifica il posto e il ruolo nella vita della società. In questo le relazioni della Chiesa con la società e lo stato si configurano nel seguente modo (cfr. LE 1):

  • la Chiesa deve valutare la loro attività in merito alla corrispondenza al Vangelo e ai diritti dell'uomo; proporre i principi fondamentali dell'organizzazione della società, incarnare nella vita l'ideale di una società giusta;  sviluppare la dottrina sociale secondo le esigenze e i segni  del tempo, e ispirare i credenti a compiere il proprio dovere nella società osservando i principi morali;
  • di fronte al pluralismo delle opinioni, i laici cristiani non possono usare l'autorità della Chiesa per una determinata posizione; essi esprimono soltanto la propria posizione come cittadini guidati dalla coscienza cristiana (cfr. GS 76);
  • nella società contemporanea aperta e pluralista, dove di regola non esiste un'unica autorità spirituale e un sistema di valori che la unifichi, e' indispensabile la collaborazione tra le varie forze positive (cfr. GS 75-76; SRS 26; CA 35; CCC 1882; Compendio 189), il che appare particolarmente importante nel' attuale fase di sviluppo della comunità internazionale, come attesta chiaramente l'ormai consolidata dimenticanza dei valori cristiani nell'Unione Europea, che si costruisce non tanto sulla base dei valori religiosi, quanto sul pragmatismo politico ed economico, a partire da una mentalità umanistico-liberale;
  • le emergenze dell'attualità portano alla necessita di una posizione comune delle diverse Chiese e comunità, ciò che può essere favorito dal dialogo tra le varie confessioni cristiane e le religioni;
  • il compito di annunciare il Regno di Dio al mondo secolarizzato deve realizzarsi nel servizio della Chiesa e nell'apostolato dei laici (cfr. AA 16-22; Compendio 543).


IV. Conclusione

L'analisi condotta della dottrina sociale della Chiesa definisce in modo chiaro l'autonomia della Chiesa e dello stato, che anche se in vari modi servono il bene personale e sociale delle stesse persone. Il cristianesimo, annunciando un altro mondo, non e' pero' indifferente al mondo terrestre, denso di attività politica, nel quale il cristiano, come cittadino, ha il diritto e l'obbligo di partecipare, affinché, portando in esso i valori cristiani, possa contribuire a dare al mondo un'anima e a costruire una società più giusta.
Grazie per l'attenzione.


Letteratura utilizzata e abbreviazioni:

  1. Concilio Vaticano II. Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo «Gaudium et spes» (GS).
  2. Concilio Vaticano II. Decreto sull'apostolato dei laici «Apostolicam actuositatem» (AA).
  3. Codex Iuris Canonici, Poznań 1984 (CIC).
  4. Giovanni Paolo II. Enciclica «Sollicitudo rei socialis» (SRS).
  5. Giovanni Paolo II. Enciclica «Сentesimus annus» (CA).
  6. Giovanni Paolo II. Enciclica «Laborem exercens» (LE).
  7. Benedetto XVI. Enciclica «Caritas in veritate» (CV).
  8. Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana 1997 (CCC).
  9. Catechismo della Chiesa Cattolica. Compendio, Edizioni San Paolo, 2005 (Compendio).
  10. Журнал Московской Патриархии, 1994 №2, г. Чехов Московской обл., 1994 (ЖМП).
  11. Ks. St. Kowalczyk,  Podstawy świastopoglądu chrześcijańskiego, Wrocław 1986.
  12. Патрик де Лобье, Социальная доктрина католической Церкви, Брюссель 1989 (СДКЦ).
  13. Основы Социальной Концепции Русской Православной Церкви, Москва 2000 (ОСКРПЦ)
  14. Социальная позиция протестантских церквей России, Москва 2003 (СППЦР).
Адноўлена 20.10.2010 12:55
 

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